2022
UN CAMBIO DI MARCIA PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO
(Verso un) piano nazionale di riqualificazione integrata sismico-energetica del patrimonio edilizio
L’urgenza di un piano coordinato ed esteso a scala nazionale per la riduzione del rischio sismico e la riqualificazione integrata sismico-energetica del patrimonio edilizio sul territorio italiano, in grado di combinare aspetti ed esigenze architettoniche, funzionali, energetiche, nella salvaguardia e miglioramento della sicurezza strutturale e sismica, è sempre più evidente. "La sicurezza prima di tutto" è unanimemente riconosciuto come obiettivo fondamentale in una lista ideale di priorità. Tuttavia, raramente - in "tempo di pace", quindi prima di un evento sismico - il miglioramento della sicurezza strutturale/sismica di un edificio diviene il movente principale di un intervento di ristrutturazione edilizia. E’ indubbio che la valutazione della vulnerabilità sismica di edifici esistenti e la definizione di soluzioni di rinforzo appropriate, dunque strutturalmente efficaci, di facile applicazione, poco invasive, economicamente convenienti, possibilmente reversibili e rispettose della preservazione del patrimonio architettonico-culturale della struttura, nascondano un livello di complessità significativamente superiore rispetto alla progettazione di nuove strutture. Come se la complessità tecnica non bastasse, la ristrettezza di risorse economiche per poter supportare tale intervento a scala nazionale è spesso additata come primario ostacolo per l’implementazione di un progetto di rinnovo costante e di ampio respiro per una riqualificazione su larga scala del patrimonio edilizio. In seconda battuta, manca un piano di azione concertato con individuazione di obiettivi, metodologia, risorse, tempistica secondo un cronoprogramma con priorità/graduatoria basate su considerazioni di rischio ed analisi costi-benefici – secondo approcci non tradizionali ma multi-criterio, in grado di cogliere, soppesare e valorizzare aspetti tecnici-sociali-economici-ambientali tangibili e non-tangibili. Eppure studi e valutazioni comparative sull’efficacia di una strategia attiva di prevenzione sismica rispetto ad un approccio passivo di reazione/cura post-evento ne mostrano chiaramente i vantaggi socio-economici-ambientali nel medio-lungo termine a livello nazionale. In parallelo, con riferimento alla progettazione di nuove costruzioni sismo-resistenti, puntare (solo) alla Salvaguardia della Vita Umana, non è chiaramente più sufficiente per la comunità moderna, che si aspetterebbe di ricevere un edificio "anti-sismico” quindi “a prova di terremoto". È imperativo e sempre più urgente un cambio di paradigma nei criteri e obiettivi di progettazione prestazionali verso un approccio e tecnologie in grado di limitare il danno. In questo contributo si presentano alcune riflessioni di stimolo alla definizione di un piano di azione coordinato a livello nazionale, lungimirante e duraturo, in grado di alzare l’asticella e puntare ad una significativa riduzione degli impatti socio-economici associati ai terremoti, sia per le costruzioni esistenti che per le nuove costruzioni promuovendo l’utilizzo di nuove tecnologie a basso danneggiamento.
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